L'ultima esplosione by John E. Muller

L'ultima esplosione by John E. Muller

autore:John E. Muller [Muller, John E.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urania 254
editore: emmebooks
pubblicato: 2018-06-03T16:00:00+00:00


VII

Poco alla volta, la mente affaticata del Comandante afferrò in pieno il significato di quella presenza. "Questo" pensò "dev'essere uno dei mutanti." Uno dei mostri, cioè, che essi avevano imparato a temere da qualche giorno a quella parte. Oscuramente, si rese conto che anche gli altri avevano visto. Udì Flanders trattenere di colpo il respiro, e la ragazza mandare un'esclamazione soffocata.

«Ma non può essere…» La ragazza s'interruppe, poi terminò sconcertata: «È solo un ragazzo».

"Un ragazzo" pensò amaramente Forrest. "Può darsi". Ma uno di quei ragazzi, di quei "bambini" che stringevano tra le mani i potenti segreti della scienza e della distruzione. Che possedevano secoli di esperienza e di conoscenza concentrati nel breve spazio di quattordici anni.

Il Comandante socchiudeva gli occhi, turbato. Cominciava a intravedere un guizzo del vasto potere che si era levato come una fiamma da sotto le ceneri della Terza Guerra Mondiale. Quel che Anne aveva detto era vero. In superficie, se non altro. Ma in questo caso, era chiaro, le impressioni superficiali non contavano nulla. C'era qualcos'altro, in quei mutanti, qualche altro mistero che a Forrest non suggeriva niente di buono.

Una minaccia nascosta sembrava irradiarsi dall'aria disinvolta e noncurante del fanciullo. Forrest lo studiava attentamente, prendendo nota di tutti i particolari.

Era alto e snello, d'aspetto infantile, con un viso largo, aperto. Teneva in mano una piccola arma di forma imprecisabile: il Comandante, con un senso di orrore e di ripugnanza, si accorse che le dita chiuse attorno al calcio dell'arma non erano altro che appendici di gomma. Le braccia sembravano prive di ossa e pendevano morte lungo la persona.

Gli occhi molto grandi avevano un luccichio irato. Scrutava la sagoma torreggiante dell'astronave con un'espressione insolente sui lineamenti duri della faccia. Nel suo atteggiamento non c'era traccia di timore, né di meraviglia.

Stuart Nayland si fece avanti con gesti cauti. «Pensate che si debba fare qualche tentativo di comunicare con lui?» domandò a voce bassissima. «Forse è abbastanza intelligente da adattarsi a discutere. Finora, non gli abbiamo dato nessuna prova d'essere suoi nemici. Forse non sarà necessario ricorrere ai mezzi forti».

«Può darsi, può darsi». Forrest tornò a voltarsi verso la radura. «Se è disposto ad ascoltarci possiamo provare. In ogni caso, però, penso che sia meglio prepararsi al peggio. Non si sa mai. Non mi piace quell'aggeggio che tiene in mano. Sembra piccolo, ma il ragazzo ha tutta l'aria di poter tenere testa a tutto il nostro armamento. Colter, voi mettetevi ai cannoncini di prua. Sarebbe un grave errore sottovalutare questi esseri misteriosi».

Chissà perché, Forrest non sapeva rassegnarsi a considerarli esseri umani.

Aspettò con impazienza che il rumore dei passi dell'astrofisico lungo il passaggio di metallo svanisse nell'interno dello scafo. Poi si voltò a fissare al di là della radura verso la figura snella del mutante, che aspettava, sempre allo stesso posto.

«Questa è la nave spaziale Stella Polaris» gridò forte. «Siamo appena tornati dal secondo viaggio su Venere. Possiamo metterci in contatto col vostro governo?»

Il ragazzo batté le palpebre con aria scettica, ma non rispose. Sostenne lo sguardo del Comandante con assoluta indifferenza.



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